Un po’ di storia
Il 7 Ottobre 1571, festa della Madonna del Rosario, nelle acque di Lepanto le flotte alleate di tutta la cristianità sconfissero clamorosamente l’armata turca del Sultano.
Negli anni successivi, al seguito dei comandanti vincitori, si trasferì nelle nostre terre, rese più sicure e appetibili, tutta una schiera di funzionari, militari e liberi professionisti, molti dei quali di origine spagnola: tra questi, nel 1590, Gianbattista Strada “notaro”.
Di notaio in notaio (pregievole la firma-sigillo di Felice Nicolò in calce ad un atto del 1709), allorquando la comunità di Ginosa, come tante altre dell’ Italia meridionale, volle eleggere a patrona la Madonna del Rosario, la scelta fu formalizzata con atto del notaio Felice Modesto Strada del 6 Ottobre 1765.
Così si chiudeva il cerchio: da Lepanto alla Spagna, tra la Madonna, Ginosa e la famiglia Strada il legame non si interromperà più.
Da Giuseppe Oronzo, chirurgo; a Vincenzo, dottore in utroque iure; a Diego arciprete; a Felice, tenente colonnello agli ordini del cardinale Ruffo; a Ferdinando, Governatore e Giudice delle prime cause criminali per conto del Principe Caracciolo per la terra di Ginosa; a Dionigi, sindaco al tempo del brigante “Coppolone”: nel bene e nel male c’è sempre uno Strada nella storia di questo paese.
Ed eccoci alla contrada Fiumicello, dove sorge la Masseria Strada: luogo magico in cui si respira la Grande Storia.
Quando nel sec. XI i Cavalieri Teutonici giunsero a Ginosa, ove fondarono un Ospedale per accogliere i pellegrini ditetti in Terra Santa, restarono affascinati da questa contrada e la incusero tra i loro possedimenti (il Castelluccio). Federico II di Svevia scelse, insieme ad altre contrade, la valle del Fiumicello per la sperimentazione sulla coltivazione dei cereali, per gli allevamenti e per la caccia.
Il Fiumicello è un pazzo torrente in cui confluiscono le acque che scendono dai pendii tra Altamura e Santeramo, fino al Vallone della Silica, costeggia i Sassi di Matera con il nome di “Gravina”, lambisce gli insediamenti rupestri del Parco dei Monaci (Masseria Tortorelli) e del canale di Pantone; olterapassata Montescaglioso rientra in Puglia, prende il suo nome, si allarga enormemente, passa ai piedi del “Castelluccio” ed infine, raggiunta la Torre Archita, va a sfociare nel Bradano.
Proprio dalle parti del “Castelluccio”, Ferdinando Strada aveva la sua Masseria, che alla sua morte venne ereditata dai quattro figli. Immediatamente dopo una delle eredi, Rachele, regnando Vittorio Emanuele II Re d’Italia, donò la sua porzione della Masseria al fratello Giuseppe, dal quale fu trasmessa al figlio Guglielmo.
Quest’ultimo aumentò molto l’estensione, acquisendo prima la Masseria Andriulli, con liberazione di ipoteca, ed in fine la Masseria Calace, poi Surico, la cui “cucina dei foresi” è oggi la “sala colazioni” dell’agriturismo nel quale vi stiamo invitando a soggiornare.
La Masseria oggi.
La Masseria attualmente è abitata e condotta dall’ennesimo Guglielmo Strada.
Il complesso agrituristico domina dalla cima del colle l’intero panorama di oliveti secolari e giovani aranceti, intercalati a campi di grano, ortaggi di stagione tra boschi e pascoli per il bestiame brado in allevamento.
L’azienda agricola ha una produzione biologica certificata di olio d’oliva, ortaggi di stagione, arance, fichi d’india e frutta di stagione.
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